Liceo “GIUSEPPE PEANO”

Classe 2°A Scienze Umane

Referente prof.ssa Simona Merlino

Analisi della canzone “Casa mia” di Ghali
Dov’è casa tua?

Prof.ssa Simona Merlino

Presentazione del video

La partecipazione al concorso indetto dall’associazione ANPI di Tortona e la produzione del video allegato è l’ultimo passo di un percorso che ha tenuto impegnati gli studenti, durante i primi mesi del secondo periodo scolastico, nella trattazione di tematiche relative alla legalità, all’immigrazione, al rispetto degli altri, all’analisi delle implicazioni emotive, sviluppando trasversalmente tematiche inerenti l’Educazione Civica. Lo spunto è nato dalla canzone “Casa Mia” di Ghali, il cui testo è stato analizzato con l’aiuto dei docenti di Lettere e Geostoria, soffermandosi sul fenomeno migratorio e sui diritti dei migranti.

La classe con il video dal titolo “Dov’è casa tua?“, ha pensato di trattare il tema dell’immigrazione e dei collegati diritti costituzionali creando quattro storie , raccontate dai protagonisti durante una trasmissione radiofonica. Le storie raccontano le motivazioni che spingono le persone a trasferirsi in un altro paese, le difficoltà incontrate e le soluzioni che possono essere trovate nel paese che accoglie. Il messaggio finale è quello che “la casa” è dove si sta bene, dove ci si sente accolti, dove vengono rispettati i diritti e le libertà degli individui e dove si ha accanto la propria famiglia, tutti principi contenuti nella Costituzione italiana.

La referente

 Prof.ssa Simona Merlino

DALPALCO DEL 25 APRILE - Leggi l'intervento

Liceo Peano - Isabella Ercolini

Mi è stato chiesto di riflettere su cos’è la libertà per una ragazza di 16 anni, così mi sono chiesta:
” ma io mi sento Iibera?”. Quando per strada sussulto se un uomo mi sfiora per sbaglio, quando a scuola mi sciolgo sul banco mentre i miei compagni arieggiano sereni in canottiera e bermuda, quando rinuncio a comprare quella maglietta che mi piace tanto perchè accentua troppo i miei seni oppure quando mi sento dire “ma quanto vi Iamentate… a voi basta sposare un uomo ricco e   la vita poi vi regalerà tutto”. E pensando a tutto questo, mi sono resa conto di quanto mi faccia infuriare.

La mia rabbia cresce ogni volta che vedo il mondo intorno a me cercare di mettermi in una scatola, trasformarmi in una bambola di fabbrica provando a rimodellarmi perché non corrispondo alle loro aspettative preconfezionate. Mi infurio contro quegli sguardi giudicanti, contro quelle parole che cercano di soffocare la mia voce e la mia verità

Per troppo tempo siamo state messe a tacere, le nostre Iotte sono state ignorate o minimizzate, ma noi, donne del prossimo futuro, non possiamo vanificare il lavoro di quelle che hanno alzato Ia voce prima di noi. Siamo eredi di una lunga tradizione. Siamo le figlie di tutte quelle donne che hanno lottato per i nostri diritti, che hanno sfidato le convenzioni e rotto le catene dell’oppressione.

Quindi mi rivolgo a tutte Ie ragazze come me di arrabbiarsi, di alzare la voce, di reclamare il Ioro spazio e la loro dignità di trovare la forza dentro di loro per trasformare Ia Ioro rabbia in azione, la loro frustrazione in determinazione. Siamo eredi di una storia fatta di sacrifici e conquiste, una storia che ci ha donato diritti e opportunità che non possiamo dare per scontati.

Siamo chiamate a prendere il testimone di coloro che ci hanno preceduto, di portare avanti il loro impegno per un mondo più giusto, più inclusivo. Insieme, possiamo costruire una comunità in cui ogni donna si senta valorizzata, rispettata e libera di perseguire la sua felicità e realizzare il suo pieno potenziale.

Insieme, unite nella nostra diversità possiamo cambiare il mondo non solo per noi stesse, ma anche per le generazioni future. Siamo il futuro, e il nostro futuro sarà luminoso se solo riusciremo a uscire tutte insieme da quella scatola.